Electronic Journal of Biotechnology ISSN: 0717-3458
© 2000 by Universidad Católica de Valparaíso -- Chile
POSTER ABSTRACT

Preservative and antioxidant food additives of vegetable origin

Alessandra Carrubba
Dip. A.C.E.P. – Facolta’ Di Agraria – Universita’ Di Palermo
Tel: 091. 6650237/211
Fax: 091.6650229
E-mail: acarr@unipa.it

I. Calabrese

A. Matranga

Poster Abstract

The need to extend the validity period of food items is today a prioritary necessity, and the addition to them of substances endowed with this property is recognized as indispensable. Food industry actually may choose among a great deal of products, whose preservative effectiveness is linked to the compresence, in variable extent, of two basic properties: an antimicrobical activity, directly or indirectly exerted against the microrganisms (bacteria and fungi) responsible of food alteration, and an antioxidant action, aimed to prevent their oxidative deterioration thanks to merely chemical mechanisms.

Today, the international market of food preservatives is almost totally dominated by the synthetically-derived products: among the antioxidants, for example, the most popular are BHT and BHA (butilated hydroxytoluene and butilated hydroxyanesole), sodium nitrate and nitrite, sulphites. In latter years, however, the synthetically-obtained active principles have been the target of many remarks, concerning the possible consequences of their utilization on public health. In the light of these considerations, and in the respect of the widespread belief that naturally-derived products are always safer and healthier of the synthetic ones, the individuation, study and economical verify of vegetable active principles, able to take effectively the place of the conventional ones, acquire today a bigger and bigger importance. As a matter of fact, the effectiveness of several vegetable products in extend food shelf-life has been known for centuries: many aromatic plants, especially those belonging to the Labiatae family, are well known for this property, potentially very interesting both for food as for cosmetic industry. In many cases, they are species largely represented into the Mediterranean spontaneous flora, whose exploitation takes the face of one of the few possibilities for the productive valorisation of many marginal areas.


L’esigenza di prolungare la conservabilità degli alimenti è oggi assolutamente prioritaria, e l’aggiunta agli alimenti di sostanze dotate di questa proprietà viene riconosciuta come un’imprescindibile necessità tecnica. L’industria si trova attualmente a poter scegliere entro un’enorme quantità di prodotti, la cui efficacia conservante è legata alla compresenza, in varia misura, di due proprietà fondamentali: un’azione antimicrobica, esercitata direttamente o indirettamente contro i microrganismi (batteri o funghi) responsabili dell’alterazione dei cibi, ed un’azione antiossidante, diretta a prevenirne il deterioramento ossidativo in virtù di meccanismi esclusivamente chimici.

Oggi, il mercato internazionale dei conservanti alimentari è quasi interamente dominato dai preparati di origine sintetica: tra gli antiossidanti, ad esempio, i più noti sono BHT e BHA (butilato di idrossitoluene e butilato di idrossianisolo), nitrato e nitrito di sodio, solfiti.

Negli ultimi anni, tuttavia, i principi attivi di sintesi sono stati al centro di accese polemiche concernenti i possibili riflessi della loro utilizzazione sulla salute pubblica. Alla luce di queste considerazioni, e nel rispetto della diffusa convinzione che i prodotti di origine naturale siano in ogni caso più sani ed innocui di quelli ottenuti per sintesi chimica, l’individuazione, lo studio e la verifica economica di principi attivi di origine vegetale capaci di sostituire validamente i conservanti convenzionali acquistano oggi un’importanza sempre maggiore. Di fatto, l’efficacia di alcuni derivati vegetali nell’incrementare la conservabilità dei cibi è nota da secoli: molte piante officinali, in particolare appartenenti alla famiglia delle Labiate, sono ben note per questa loro proprietà, potenzialmente assai interessante sia in campo alimentare che cosmetico. In numerosi casi si tratta di specie largamente rappresentate nella flora spontanea mediterranea, la cui valorizzazione diventa quindi una delle non numerose possibilità offerte per il recupero produttivo di aree con spiccati caratteri di marginalità.

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