Electronic Journal of Biotechnology ISSN: 0717-3458
© 2000 by Universidad Católica de Valparaíso -- Chile
POSTER ABSTRACT

Nutraceuticals and functional foods: the role of herbaceous plants

Alessandra Carrubba
Dip. A.C.E.P. – Facolta’ Di Agraria – Universita’ Di Palermo
Tel: 091. 6650237/211
Fax: 091.6650229
E-mail: acarr@unipa.it

A. Matranga

R. la Torre


Poster Abstract

In the later years, some new commercial items, with an intermediate collocation between food and pharmaceutical, reached a strong diffusion and gained a remarkable market sector. The big success of these new products is essentially based on psychological motivations, and it is not rare to observe how manufacturers, consciously and explicitly, push on them. The more and more widespread aspiration to enhance life quality and the fear for degenerative illnesses, are two of the factors which push the consumer toward the trying to self-govern his own health conditions, even by means of the assumption of foods which contain substances thought to be useful for protective aims.

Functional foods, dietary supplements, nutraceutical, radical-scavenger, adaptogens, are just some of the terms, commonly used even if not very well-accepted by the scientists, which call the different categories inside the healthcare market. They are products or mixtures that, even not having any declared pharmacological effect, are used in order to enhance/maintain the overall health state of consumer, also reducing the risk of illnesses. USA rule the matter through the 1994 "Dietary Supplements Health and Education Act" (DSHEA), which collects all these items in one category, classifying them as "foods". Many of them, however, contain extracts from plants or plant parts, which in many cases may exert effects, also pharmacological, which overpass the simple nutrition. This work summarizes the major vegetable species, especially herbaceous, which may find a various collocation among the so-called "nutraceuticals".


Negli ultimi anni, è stato possibile assistere alla rapidissima diffusione sui mercati internazionali di un’eccezionale quantità di nuovi prodotti, di collocazione intermedia tra alimentari e farmaceutici, che si sono rapidamente impadroniti di una fetta di mercato assai cospicua. Il successo di questi nuovi preparati si basa essenzialmente su motivazioni psicologiche, e non è raro osservare come l’industria, consapevolmente ed esplicitamente, faccia leva proprio su queste. La sempre più diffusa aspirazione al miglioramento della qualità della vita, il timore delle malattie degenerative, sono alcune delle molle che spingono il consumatore verso il tentativo di autogovernare le proprie condizioni di salute, anche attraverso l’assunzione di cibi contenenti sostanze ritenute utili a fini protettivi.

Cibi funzionali, nutraceutici, antiossidanti, adattogeni, sono solo alcuni dei termini, ormai di uso corrente anche se non particolarmente ben visti in ambito scientifico, che denominano le diverse tipologie dei prodotti diffusi sul mercato "salutistico". Si tratta di sostanze o miscele che, pur non avendo espressamente azione farmacologica, vengono adoperate dai consumatori per migliorare e/o mantenere il proprio stato di salute generale, e ridurre i rischi di malattie. Gli USA regolamentano la materia tramite il Dietary Supplements Health and Education Act (DSHEA) del 1994, che unifica tutti questi prodotti considerandoli "cibi". Molti di essi, tuttavia, contengono estratti di piante o parti di pianta, che in diversi casi possono indurre effetti, anche farmacologici, che vanno ben al di là della semplice nutrizione. Nel presente lavoro vengono passate in rassegna le principali specie vegetali, particolarmente erbacee, che in vario modo trovano collocazione all’interno dei prodotti "nutraceutici".

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